Fishing the World

Boca Chica – CUBA

Articolo pubblicato sul numero 4 Inverno 2008 H2O Magazine 
Sono stato a pescare da queste parti già tre volte. Questa è la quarta e ancora non sono riuscito a vederlo. Ormai è diventato un chiodo fisso. Devo riuscire assolutamente a prendere un Tarpon, un pesce-fossile che vive  nei canali di mangrovie e nei bassifondi sparsi fra le centinaia di isole che formano  l’arcipelago  de Sabana, costa nord di Cuba, nella provincia di Santa Clara.
E che è considerato uno dei pesci al mondo più entusiasmanti da catturare, sia per il peso che può raggiungere, più di cento chili, sia per la forza che sprigiona nella sua lotta fatta di salti al cardiopalma e fughe inarrestabili. Qui i tarpon ci sono, magari la densità di popolazione sarà più bassa rispetto a zone ben più famose come quelle del Rio Agabama o dei Giardini della Regina, ma ci sono e sono tutti grossi. La taglia media è di 60-70 libbre ma intendiamoci, difficilmente, o solo in determinate occasioni, si possono insidiare dalla strada in mezzo al mare ( 50 chilometri) che collega la terraferma con l’ultima isola dell’arcipelago, Cayo Santa Maria appunto.

Il problema è che non sopportano il rumore e il disagio provocato dai continui cantieri di alberghi sempre più grandi e sempre più rumorosi…loro preferiscono la pace e la calma del mare lontano da tutto, i canali che separano oasi di mangrovie abitate solo dagli animali, un silenzio apparente che in realtà amplifica i suoni della Natura, i colori degli uccelli, i movimenti dei pesci sulla superficie dell’acqua. Ma ci vuole una barca. Le altre volte mi ero limitato ad esplorare le interessanti possibilità offerte dalla pesca sui ponti della carretera o lungo le spiagge da favola che si trovano un po’ dovunque, anche perché ero solo e le mie scarse risorse economiche non me lo permettevano. Ora siamo in tre: Mario, un mio amico pescatore che da tanto tempo desiderava venire a Cuba, suo fratello Giuseppe, accompagnatore non pescatore al quale è  affidato il delicato compito di fotografare e riprendere tutto con la telecamera, e il sottoscritto naturalmente. Le barche si possono noleggiare a Cayo las Brujas, un altro isolotto situato nei pressi dell’aeroporto di Santa Maria, al chilometro 38 della strada. La flotta a disposizione dei pescatori è composta da quattro Prince Craft di produzione canadese, lunghi poco più di 4 metri, equipaggiati virtualmente da piccoli Yamaha 25 cv che però, di fatto, durante i velocissimi spostamenti da uno spot all’altro, dimostrano senza esitazioni il loro vero carattere truccato…Incontriamo di pomeriggio la nostra futura guida, Vladimir, gli spieghiamo scrupolosamente il male da cui siamo affetti e ci diamo appuntamento all’alba del giorno dopo per cercare un antidoto alle nostre sofferenze. Il nostro condottiero ci spiega che questa non è la stagione migliore per cercare il tarpon. L’unica cura esistente in questo periodo si chiama Boca Chica, un nome importante ed evocativo per chi è dentro a queste cose, un canale che separa due isolotti sperduti in mezzo al mare a 35 minuti di navigazione dalla marina. Boca Chica, bocca piccola appunto. Luogo obbligato di passaggio di correnti, organismi e naturalmente pesci, tra i quali la parte da leone la fa di sicuro lui, il grande sabalo argentato. Appuntamento alle 6-30 della mattina. Ci sono due posti in cui assolutamente non è ammesso fare tardi: a pesca e in chiesa. Ora, per un imperdonabile errore di calcolo, arriviamo alla marina alle 6 e 33, c’è ancora poca luce ma la figura bronzea e irritata di Vladimir si scaglia all’orizzonte in maniera nitida e  precisa. Forse nemmeno ci saluta, sembra furibondo ma in realtà è solo concentrato per questa nuova missione. Senza nemmeno rendercene conto siamo già sulla lancia con il motore a palla, mentre un’altra palla infuocata, il sole, ci insegue a fatica nascendo dietro l’ennesima isoletta senza nome che però è bellissima e lontana. Il periodo migliore in assoluto per trovare i tarpon è Agosto e Settembre. Vladimir ci  racconta che in un solo giorno ne hanno agganciati 40 riuscendo però a prenderne solo 6. Anche il giorno prima del nostro arrivo non era stato molto fortunato: un pescatore  poco esperto ne aveva allamati 8 ma li aveva persi subito tutti. Adesso tocca a me. Arriviamo all’entrata del canale con il motore al minimo per non fare troppo rumore; se i pesci ci sono non passerà troppo tempo prima di vederli delfinare e cacciare sul pelo dell’acqua. Prepariamo attentamente l’attrezzatura,  canna Shimano Technium di mt 2.70 armata con un mulinello fisso Hemingway caricato con nylon Penn da 20 libbre a norme IGFA. Il finale è composto da un metro di nylon da 70 libbre al quale è legata direttamente  l’esca artificiale senza girella. Vladimir dice di preferire il nylon al cavetto d’acciaio, è più morbido e meno visibile, sempre a patto che non capitino da quelle parti barracuda ingordi che tagliano tutto. Le esche utilizzate sono popper di varie misure e pesci finti di un certo peso che vengono lanciati a ridosso delle mangrovie e recuperati velocemente a scatti. I pesci però ancora non si vedono. Passa un’altra  mezz’oretta di deriva al centro del canale e la mia canna, improvvisamente, si piega da paura. Il pesce c’è ed è grosso. Non sembra essere un tarpon ma proprio mentre la guida pensa ad alta voce che si tratti di un  bel pargo, il mare si apre davanti a noi e un salto di benvenuto di un sabalo enorme porta scompiglio sulla nostra piccola imbarcazione, Tutti gridano:TARPON! TARPON! Proprio come nei documentari… mentre il mulinello impazzisce ed io, trasecolato, non posso far altro che ascoltare il rumore del filo che esce disordinato, il mulinello che fischia e la canna che si piega fino al manico di sughero. E poi salta di nuovo portandosi via altro filo, non riesco a fermarlo. “Accendi i motori Vladimir che sennò qui va a finire male”… Siamo al centro del canale, inseguiamo il pesce che salta ancora, riprendendosi più filo di prima.

Devo restare calmo, devo avere pazienza, sono passati solo quindici minuti e il braccio destro  mi fa già male. Ricordo di aver letto su una rivista cubana del secolo passato, che chi sopporta tre salti di un tarpon può considerarlo preso. Cazzate. Il mio ne ha fatti in tutto cinque, nei primi venti minuti di combattimento. Poi ne sono passati altri 80 interminabili di tira e molla. Quando il pesce sembrava stanco, accendevamo la barca e lo inseguivamo mentre io recuperavo metri preziosi. Ricordando in tutto questo che in bobina avevo una lenza da 20 libbre, a un certo punto abbiamo pensato addirittura che si fosse incagliato sul fondo o non so su cos’altro. Aspettavo da un momento all’altro l’esplosione della canna senza poter fare niente. E proprio nel momento in cui suggerisco alla guida di allontanarci e creare con il filo un angolo differente…inspiegabilmente, la tensione svanisce e il pesciolino finto ritorna in superficie. Solo. L’ho perso! Ho perso il pesce della mia vita fino a questo momento! Sono le 9 e mezza. Sono stremato. Sembra strano, ma mi sento libero, qualcuno ha tolto un peso dalla mia coscienza. È  il tarpon che ha vinto. È  stato più forte di me. O solo più fortunato. Dopo un’ora e quaranta in cui tutti i pensieri e le mie forze avevano combattuto insieme solo per lui, solo per vederlo vicino e accarezzarlo, nonostante tutto questo non mi sento sconfitto. Quasi lo toccavo. Anche io ho vinto questa battaglia. Magari a metà, ma va bene lo stesso, tanto ritorno.

INDICAZIONI DI VIAGGIO

La stagione di pesca dura tutto l’anno, anche se il periodo Luglio-Ottobre è caldissimo e caratterizzato da violente piogge. La temperatura dell’acqua oscilla sempre tra i 26 e i 30 gradi. È necessario portare un cappello per proteggersi dal sole e un repellente contro gli insetti, attivissimi soprattutto prima del tramonto. Utili gli occhiali con lenti polarizzate per eliminare il riflesso della luce sull’acqua.

COME ARRIVARE

Cuba è collegata all’Italia da numerose compagnie aeree che effettuano voli giornalieri da Roma o Milano, diretti o con scalo nelle principali città europee. Il costo del biglietto a/r è di circa 700 euro, ma in alcuni periodi dell’anno si possono trovare tariffe molto più vantaggiose.

CASE PARTICULAR

Il modo più economico per dormire a Cuba. Facilissime da trovare e poco costose ( 20-30$ ), vi daranno la possibilità di vivere a stretto contatto con i cubani, mangiare con loro ed essere catapultati nel loro mondo affascinante e controverso. Un modo di viaggiare diverso, forse con meno comodità ma più intimo e meno turistico, la possibilità di fare nuove amicizie e lasciarsi trascinare in un ritmo lento e un tempo sospeso. Da segnalare, per i più romantici, la possibilità di pernottare a Cayo Santa Maria sul Barco San Pasquale, una vecchia nave lunga sessanta metri arenatasi nei bassifondi della zona, dove Hemingway  passò una notte una volta che era a pesca da queste parti.La passeggiata notturna con le stelle a portata di mano è qualcosa di indimenticabile. Necessaria la prenotazione presso l’albergo Las Bruijas  dove si può anche noleggiare un’imbarcazione per la pesca.

INDIRIZZI UTILI

-Casa Particular Jorge Felix Amador: avenida 7#1815 entre 18 y 20- Caibarien V/C Villa Clara – Cuba.( proprio dietro il Caffè Rumbos).Tel. (0053)042-364277

-Juan Carlos Mina : avenida 7ma#414 entre 4 y 6- Caibarien. Tel.(0053)042-351482 ( noleggio auto ).

– Hotel Villa las Bruijas- nella frazione di Las Bruijas. Al chilometro 38 girate a sinistra verso l’aeroporto- bungalow a partire da 45 $.

  Testi e fotografie d Marco Tortora

Boca Chica – CUBAultima modifica: 2009-01-07T17:32:00+01:00da
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