La Trota della Catalunya – SPAGNA

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Da qualche parte ai piedi dei Pirenei, in Spagna, si trova un meraviglioso lago immerso nella natura, dove ho trascorso un week end selvaggio alla ricerca della fantomatica “Trota della Catalunya”, come avrebbe detto Sampei Nighira in una delle sue avventure.

Jonathan di Barcellona, uno dei miei nuovi amici spagnoli,  mi aveva invitato qualche giorno prima, e i suoi racconti delle trote giganti che sguazzavano in quelle acque trasparenti mi avevano colpito al punto tale da farmi incastrare in tutta fretta una spedizione in occasione di un viaggio di lavoro da quelle parti.

Le mie aspettative erano altissime, se consideriamo quello che sosteneva  il mio amico, e tutto il suo entourage, nelle ore precedenti la partenza: tanti pesci, e tutti grandi.Lake-bridge

Il fine settimana in questione, tra le altre cose, sarebbe stato quello dell’apertura della stagione della trota in Spagna, e tutti non vedevano l’ora di poter  lanciare i propri artificiali preferiti alla ricerca della preda tanto ambita, dopo un lungo inverno passato ad aspettare.

La sveglia era stata programmata per le 3.00 am, giusto in tempo per raggiungere la combriccola, caricare l’attrezzatura, fare un sosta caffè e ritrovarsi dopo poco più di due ore di strada e di curve sul lago, in perfetta sincronia con l’alba.

Temperatura esterna -2,5°, temperatura dell’acqua 6°.

Avremmo avuto a disposizione due giorni per perlustrare le insenature del lago, e per raggiungere le zone migliori, inaccessibili dalla riva, la prima mattinata abbiamo deciso di pescare dal belly boat. Peccato che non avessimo fatto i conti col freddo che ha portato ad una paralisi quasi immediata dei piedi, ma lo spettacolo offerto alla vista e la pace assoluta che questo luogo riusciva a trasmettere ripagavano la sofferenza che provavamo, lancio dopo lancio.

Belly

Poco dopo essere entrati in acqua, quando il sole stava sorgendo, ho avuto il primo attacco di una splendida trota che malauguratamente si è slamata poco prima di entrare nel guadino. La notizia ha aumentato oltremodo la nostra convinzione e il desiderio di continuare a pescare, ma purtroppo la mattinata è trascorsa senza che altri pesci si facessero vedere.

Jonathan non riusciva a spiegarsi il motivo di questa strana apatia pinnuta, e continuava a lanciare cambiando in maniera ossessiva l’artificiale, con la speranza che fosse un problema di colore o di forma. Era in costante contatto telefonico con gli altri amici pescatori sparsi per il lago, ma le notizie che provenivano dagli altri fronti non erano affatto buone.

Le mie illusioni stavano facendo  i conti con la realtà del momento, che come al solito era fin troppo evidente non fosse quello buono. E così, dopo aver provato di tutto, e continuato a pinneggiare per chilometri cercando di non pensare al freddo, a metà mattina abbiamo gettato la spugna e deciso all’unanimità di annegare le nostre frustrazioni in fondo a una jarra di birra, rimandando l’appuntamento con le nostre amiche desaparecide nel pomeriggio.

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 Qualche ora dopo, ancora infreddoliti ma nuovamente fiduciosi, siamo tornati sul lago, dopo una siesta durata troppo poco nella nuova casa affittata per la notte.

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Gli artificiali più utilizzati per l’occasione.

Location differente, risultato lo stesso, mille lanci a vuoto e continui cambi di artificiali senza che nulla, ma davvero nulla, accadesse, fino a quando, poco prima del tramonto, al cambio di luce, sia Jonathan sia il sottoscritto siamo riusciti a sconfiggere il maleficio che incombeva su tutto il lago e, a distanza di dieci minuti uno dall’altro, abbiamo catturato due pesci fantastici.

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Con questa foto finisce la storia della Trota della Catalunya, se consideriamo che il giorno successivo, sotto il profilo strettamente legato alla pesca, è andato anche peggio del precedente, senza nemmeno una cattura da parte di alcun membro del gruppo, al quale nel frattempo si erano aggiunti altri due amici.

friends

Il mattino successivo il freddo si è dimostrato ancora più malefico del giorno precedente, tanto che risultava complicato anche semplicemente lanciare gli artificiali, perchè bastava una piccolissima pausa prima di ogni lancio, anche solo il tempo di aprire l’archetto del mulinello, che il trecciato bagnato si ghiacciasse tra gli anelli della canna impedendo qualsiasi azione, come si può evincere da questa immagine emblematica, qui sotto…

Iceontherings

 Jonathan appare dispiaciuto per gli scarsi risultati in termini di pesci che questo week end ci ha riservato, ma io non posso fare altro che tranquillizzarlo e continuare a ringraziarlo per questi due giorni ricchi di sofferenza, emozioni, e gioia, oltre che per avermi dato la possibilità di scoprire dei posti veramente belli e conoscere delle persone davvero speciali.

ALbalagospagna

Lui non ci crede, ma quel pesce, da solo, mi basta. Era quello che volevo.

La prossima volta ha detto che mi porta su un rio

Olè

© 2016 Marco Tortora

 

La Trota della Catalunya – SPAGNAultima modifica: 2016-03-30T18:38:13+02:00da mambomarco

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